Castelli Medioevali in Puglia e Salento

Castelli Medioevali in Puglia e Salento

Otranto sull'Adriatico e Gallipoli sullo Ionio, affacciantisi sul mare aperto e con buoni porti commerciali, sono state sin dall'antichità esposte agli attacchi degli eserciti nemici e delle bande piratesche. Ambedue, circondate da alte e spesse mura, disponevano di poderosi castelli ai quali, verso la fine del XV secolo, si aggiunsero ulteriori corpi di fabbrica per resistere agli assalti che subivano in continuazione.

Castelli nel salento

Con questa due città anche Castro, posta su un'altra collina dalla quale si domina gran parte del traffico lungo il Canale d'Otranto, disponeva di mura poderose e di castello, così come Roca, altra cittadina portuale di antica tradizione, rasa al suolo dopo gli avvenimenti otrantini del 1480 poichè era diventata covo di briganti.

In questi centri si possono ammirare tuttora le imponenti strutture alle quali posero mano i più noti architetti militari del tempo, dal copertinese Evangelista Menga (lavorò tra il 1530 e il 1540 al castello di Copertino, ma anche a quelli di Mola di Bari e di Barletta, oltre che alle fortificazioni di Malta) a Gian Giacomo dell'Acaia (progettò la cinta difensiva di Crotone, la fortezza di Sant'Elmo a Napoli, riprogettò, ampliandolo, il castello del suo paese natale, l'antica Segine, che prese poi il nome di Acaia), a Ciro Ciri, a Francesco di Giorgio Martini, il senese progettista del palazzo ducale di Urbino, che, il 30 maggio del 1491, ricevette 150 ducati da Alfonso duca di Calabria per i servizi resi al regno facendo prima sopralluoghi a gran parte delle fortificazioni, e poi perchè aveva disegnato e progettato l'ampliamento e il rafforzamento delle stesse alla luce delle nuove esigenze legate al sempre più insistente utilizzo delle armi da fuoco.

Accanto ai castelli delle cittadine costiere, altri ne sorgeranno all'interno, alcuni poderosissimi, come quello di Copertino, nel quale nacque nel 1414 Isabella Chiaromonte, pronipote di Maria d'Enghien per via della madre Caterina, che sposerà Ferdinando I d'Aragona (1458 - 1494), diventando così, come la nonna, regina di Napoli; quello di Lecce, dove su incarico di Carlo V lavorò, tra il 1539 e il 1549, Giangiacomo dell'Acaia riprogettando la struttura con ampliamenti e interventi che diedero maggiore sicurezza ai residenti; quello di Morciano, che per alcune analogie con altri castelli siciliani risalirebbe al periodo federiciano su impianto normanno; quello di Acaia, l'antica Segine, che venne ricostruita come città ideale rinascimentale dal dell'Acaia con tanto di mura urbiche circondate da un fossato tagliato nella roccia, con all'interno stradine diritte che si incrociano tra di loro; quello di Corigliano d'Otranto che da opera fortificata, circondata da profondo fossato, con ai lati imponenti torri cilindriche, dotata di ponte levatoio, divenne poi residenza signorile con interventi che stravolsero nel XVII secolo la facciata ricca oggi di decorazioni in stile rococò; quello di Nardò, fatto costruire da Giovanni Antonio Acquaviva, e riedificato quasi per intero nel 1700 dopo un terremoto.