Le Masserie in Puglia e Salento

Le Masserie in Puglia e Salento

Come le Torri costiere anche le masserie fortificate, erano in passato, una ottima linea di difesa, chiuse da alti muri di cinta, a volte dotati di camminamento, di garitte, di alte torri di vedetta.

Bisognava difendersi e dal banditismo locale (fenomeno molto antico che assume aspetti preoccupanti già nel Basso Impero, allorquando dovette intervenire con una propria decisione l'imperatore Flavio Valentiniano nel 364 d.C.) e dalle scorrerie dei pirati provenienti dal mare per salvare vite umane, proprietà, raccolti, bestiame.

Le masserie, alcune purtroppo in uno stato di desolante degrado, le troviamo distribuite in tutto il Salento con una particolare presenza nell'area di Nardò e nel profondo sud. Non mancano. ovviamente, nell'area di Lecce.

Oggi perĂ² c'è sempre piu' richiesta di Masserie per trascorrere le vacanze in Salento, quindi numerose sono state restaurate, ricostruite e rimesse a nuovo, rispettando ovviamente la tradizione, per accogliere al meglio i turisti e offrire un servizio a cinque stelle.

Masserie nel salento

Masserie a Otranto e dintorni

A pochi chilometri da Otranto, sulla strada che porta a Martano, in territorio di Cannole, dopo anni di lavoro di recupero e alcuni miliardi spesi dalla Provincia di Lecce, che ne è proprietaria, si trova il complesso masserizio di Torcito. Una strada bianca ai margini di un fitto bosco di pini di recente impianto, porta alla masseria alla quale si accede attraverso un tratturo segnato da profondi solchi (carrarecce) scavati nei secoli dalle ruote dei carri sulla roccia affiorante. La costruzione torreggia al centro di un atrio piuttosto ampio, circondato da alti muri perimetrali. In esso si entra da un fornice davanti al quale, tacche scavate nella viva pietra, dicono che ci si trova di fronte a granili o ambienti ipogei in cui si dovevan conservare grano o altre derrate. Altri ambienti lungo le mura dovevan servire come spazi di servizio per quanti lavoravano nella masseria. Una grande cisterna che raccoglieva le acque piovane si trova, entrando, sulla destra con tanto di vera sulla quale vi sono i segni dell'utilizzo secolare. Al di fuori del nucleo centrale della masseria, altre costruzioni, altri ambienti. Una torre colombaria cilindrica, ben conservata e ben recuperata, è mimetizzata tra gli alberi che le crescono quasi spontaneamente attorno. Doveva essere un complesso di enormi dimensioni, molto attivo stando ai mille segni lasciati dall'uomo. Su di una finestra della torre, con il piano terra leggermente a scarpata e con un ricco coronamento dotato di caditoie, una data: 1657.

Masserie nella zona di Nardó

Sulla litoranea che unisce Nardò ad Avetrana, nell'Arneo, considerata la più spettacolare realizzazione dell'architettura rurale fortificata del Salento, è la cinquecentesca masseria Giudicegiorgio, in ottimo stato di conservazione. La torre centrale con la base leggermente a scarpata, garitte ai quattro lati, caditoie sul coronamento, finestre strette e una posticcia scala esterna che porta al primo piano, è piazzata quasi al centro di un grande cortile al quale si accede attraverso un fornice in stile catalano-durazzesco. Di gusto i recenti interventi operati lungo i muri perimetrali.

Sempre in territorio di Nardò, e sempre nell'Arneo, a 17 km dalla città, la masseria Trappeto. "Ha l'aspetto di una villa rustica; l'elemento fondamentale è la torre, una tra le più belle e particolari dell'area neretina: a renderla più interessante contribuiscono vari elementi, dalla monumentalità del fortino ai motivi di fine decorazione, dalle caditoie davvero signorili alla scala esterna che garantisce all'insieme un meraviglioso effetto scenografico, fino alle ampie finestre archivoltate molto simili a quelle della masseria Ogliastro", scrive Cesare Daquino nel suo Masserie del Salento (Capone Editore, 1994).

Masserie nella zona di Surbo

In territorio di Surbo, è da visitare la masseria Melcarne, recuperata recentemente, con torre quadrangolare a tre piani, collegati tra loro da scale interne voltate a botte. La torre, con caditoie aggettanti perfettamente in asse con le finestre, è al centro di due torrette laterali lungo il muro di cinta che fungevano da colombaie. Il coronamento, rifatto nel Settecento, ha motivi decorativi con pinnacoli ai quattro angoli. Molti belli i balconi che posano su mensole robuste. Il complesso, in origine progettato come una fortezza a difesa di quanti operavano nella masseria (vi è anche una cisterna dalla quale si attingeva l'acqua sin dal terrazzo attraverso un cunicolo perpendicolare interno), finito il lungo periodo degli attacchi saraceni, diviene residenza signorile. E sempre in quel di Surbo, a qualche chilometro dall'abbazia di Cerrate, un'altra significativa realtà masserizia, le Monacelle, recuperata con gran gusto dall'attuale proprietario: si possono gustare i piatti tipici della cucina locale e si può dormire nella torre cinquecentesca del complesso scalando una strettissima scala, ricavata nel muro perimetrale, che porta ai piani alti. Da lì domina l'ampio atrio interno della masseria, nel quale si accede attraversando un profondo fornice, e l'immenso parco di olivi secolari che la circondano. Al centro della corte è un grande trappeto ipogeo.

Masserie a Cavallino

A circa un paio di chilometri da Cavallino, nelle vicinanze di una enorme discarica dissennatamente collocata a meno di cinquecento metri, si trova la masseria li Nsarti di recente recuperata. La torre, a base quadrangolare, che doveva essere al centro di quello che un tempo era un notevole complesso masserizio, sarà stata trasformata nei secoli passati tanto da farne una sorta di residenza signorile, sia pure fortificata. Due sono i piani collegati tra loro da scala interna. Molto ampi i due balconi presenti su due lati della torre, retti da mensoloni che richiamano quelli del parapetto del terrazzo. A pochi metri dalla torre una piccola graziosa cappella con campanile a vela.

Masserie nella zona di Leuca

Nel capo di Leuca, tra le tante, citiamo la masseria Gelsorizzo, in territorio di Acquarica del Capo. Il complesso si può ammirare percorrendo la superstrada che da Leuca porta a Gallipoli e Lecce. Colpisce subito l'imponente alta torre quadrangolare con base fortemente a scarpata, divisa su tre piani. Il coronamento della torre è costituito da mensole che sostengono un parapetto aggettante che forma una caditoia continua. Da notare che la parte più alta della torre, occupata dall'ultimo piano, si affaccia su un terrazzo della parte più bassa. A poca distanza dal complesso masserizio una graziosa torre colombaria.

Masserie a Ugento

A Ugento, lungo la strada che da Felline porta a Torre San Giovanni, non si può non visitare la masseria Mammalìa con la sua torre quadrangolare in ottimo stato di conservazione. Sul coronamento garitte angolari pensili, come nel caso di quella di Giudicegiorgio e di altre poche masserie, e caditoie aggettanti che posano su mensole tutte quante identiche tra loro. La base è leggermente a scarpata, due sono i piani divisi da un toro marcapiano.